Matera: tra antiche tradizioni culinarie e bellezze architettoniche

Matera, incastonata nel cuore della Basilicata, è una città che racconta una storia millenaria scolpita nella pietra e insaporita dalle ricette di una cucina semplice ma profondamente autentica. È un luogo in cui il passato non è solo visibile: è vivo. Passeggiando tra i celebri Sassi, le abitazioni rupestri che si aggrappano ai pendii come presepi di pietra, si percepisce l’anima di una comunità resiliente, legata alla terra e alle sue tradizioni.

Oggi Matera è Patrimonio dell’Umanità UNESCO e, dal 2019, anche Capitale Europea della Cultura. Ma ben prima dei riflettori internazionali, era già uno scrigno di cultura materiale, architettura arcaica e sapori contadini. In questo articolo esploreremo le due anime di Matera: quella architettonica, scolpita nel tufo, e quella gastronomica, plasmata da secoli di sapienza popolare.

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I Sassi di Matera: un’architettura senza tempo

Matera è celebre in tutto il mondo per i suoi Sassi, due quartieri (Sasso Caveoso e Sasso Barisano) scavati nella roccia calcarenitica. Queste abitazioni trogloditiche, risalenti a epoche preistoriche, rappresentano uno dei più antichi insediamenti abitativi continuativi del mondo. Vivere nei Sassi, per secoli, ha significato condividere spazi angusti con animali da cortile, affrontare l'umidità, la scarsità d'acqua e la povertà. Tuttavia, l’architettura dei Sassi è anche un esempio di ingegno adattivo: le case sono fresche d’estate e calde d’inverno, collegate da una rete di cisterne sotterranee che raccolgono l’acqua piovana.

Nel corso degli anni '50, per motivi igienico-sanitari, il governo italiano decise di evacuare i Sassi, trasferendo migliaia di persone in nuovi quartieri. I Sassi divennero così un “vergogna nazionale”. Ma negli anni ’80 iniziò una silenziosa rinascita: artisti, studiosi e cittadini tornarono ad abitarli, restaurandoli e trasformandoli in musei, ristoranti, alberghi diffusi.

Oggi, camminare nei Sassi è come attraversare un set cinematografico (non a caso Mel Gibson vi girò La Passione di Cristo). Le strade di pietra serpeggiano tra chiese rupestri affrescate, grotte trasformate in gallerie d’arte e terrazze da cui ammirare la Murgia materana, punteggiata di gravine e ulivi.

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Il fascino delle chiese rupestri

Uno degli aspetti più sorprendenti dell’architettura materana è rappresentato dalle chiese rupestri, luoghi di culto scavati nella roccia a partire dall’Alto Medioevo. Ce ne sono oltre 150, alcune riccamente affrescate. Tra le più celebri troviamo:

  • Santa Maria de Idris, situata su uno sperone roccioso con vista panoramica.

  • San Pietro Barisano, la più grande chiesa rupestre della città.

  • Santa Lucia alle Malve, affrescata con splendide immagini bizantine.

Questi luoghi non erano solo centri religiosi, ma anche spazi di comunità, educazione e rifugio. Il connubio tra spiritualità e natura, tra arte e pietra, rende le chiese rupestri un’esperienza mistica e unica.


Una cucina che nasce dalla terra

Ma Matera non è solo pietra: è anche pane, olio, legumi, vino e formaggi. La cucina materana riflette la povertà delle origini contadine, ma anche una ricchezza culturale in termini di sapori, tecniche e materie prime.

Il Pane di Matera

Simbolo per eccellenza della gastronomia locale è il Pane di Matera IGP, dalla forma a cornetto e la crosta spessa e profumata. È fatto con semola di grano duro rimacinata, lievito madre e acqua. Il suo segreto sta nella lunga lievitazione e nella cottura nei forni a legna, che gli conferiscono una durata e una fragranza uniche.

Anticamente, le donne preparavano l’impasto in casa e lo portavano a cuocere nei forni pubblici, incidendolo con un simbolo di riconoscimento. Oggi, quel pane racconta la storia di una comunità e del suo legame con la terra.

Le ricette tipiche

Tra i piatti più rappresentativi troviamo:

  • Crapiata: una zuppa di legumi (ceci, fagioli, cicerchie, lenticchie) preparata ad agosto in occasione della festa della mietitura. È simbolo di condivisione e abbondanza.

  • Pignata: carne di pecora cotta lentamente in una pentola di terracotta con patate, pomodori, cipolla, erbe aromatiche e peperoncino.

  • Orecchiette con le cime di rapa, spesso condite con mollica di pane tostato e olio.

  • Strascinati al sugo di salsiccia e peperoni cruschi, un piatto dal sapore intenso, tipico delle domeniche in famiglia.

  • Pane cotto, piatto povero a base di pane raffermo, bietole, olio e aglio.

I dolci della tradizione

Non mancano i dolci, spesso legati alle festività religiose:

  • Sasanelli: biscotti scuri e speziati con mosto cotto, cannella, chiodi di garofano e mandorle.

  • Calzoncelli di castagne: ravioli dolci fritti, ripieni di purea di castagne e cioccolato.

  • Scarcelle: dolci pasquali a forma di colomba o cestino, decorati con confetti e uova sode.


Vini e oli: i profumi della Basilicata

La cucina materana è inscindibile dai suoi vini autoctoni, come l’Aglianico del Vulture DOC, corposo e complesso, perfetto per accompagnare piatti di carne e formaggi stagionati. Anche il Primitivo Lucano e i bianchi a base di Malvasia bianca sono sempre più apprezzati.

L’olio extravergine d’oliva della zona è un altro pilastro. Fruttato, con note di mandorla e carciofo, viene prodotto da cultivar come Ogliarola del Bradano e Majatica di Ferrandina. È il filo conduttore della cucina lucana: crudo su una fetta di pane, nelle zuppe, nei soffritti o come tocco finale nei piatti di verdura.


Esperienze culinarie e turismo gastronomico

Negli ultimi anni, Matera ha vissuto un vero e proprio boom del turismo enogastronomico. Sempre più visitatori scelgono di vivere esperienze autentiche: corsi di cucina tradizionale, degustazioni guidate, visite ai frantoi e ai forni storici.

Alcune attività consigliate:

  • Tour nei forni antichi per scoprire la produzione del Pane di Matera.

  • Cooking class con nonne lucane, per imparare a preparare la pasta fatta a mano.

  • Degustazioni di vino e olio nelle masserie della Murgia.

  • Visite alle aziende agricole per scoprire come si coltivano legumi antichi e ortaggi locali.

Queste esperienze non sono solo turistiche, ma rappresentano un’occasione di scambio culturale, di rispetto per i ritmi della terra e per i gesti antichi che si tramandano di generazione in generazione.


Tra passato e futuro: una città che si reinventa

Matera è la prova che un territorio può rinascere valorizzando le sue radici. Da simbolo di arretratezza a capitale della cultura europea, ha saputo trasformare la narrazione della povertà in un racconto di resilienza e bellezza.

L’architettura rupestre non è rimasta cristallizzata nel tempo, ma si è adattata: oggi ospita hotel di charme, ristoranti gourmet, centri culturali. La cucina tradizionale non è stata abbandonata, ma reinterpretata in chiave contemporanea, mantenendo il rispetto per la materia prima e i sapori autentici.


Conclusione

Matera è un luogo che non si visita, si vive. È un’immersione sensoriale nella pietra e nel gusto. È il profumo del pane appena sfornato che si mescola all’umidità delle grotte, è il silenzio che avvolge una chiesa rupestre, è il sapore deciso di un legume dimenticato.

Per chi cerca un viaggio che tocchi l’anima, Matera è una destinazione che lascia un’impronta profonda, tra antiche tradizioni culinarie e bellezze architettoniche senza tempo.

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